Meta di Sorrento

Itinerario naturalistico

La parte ancora segreta e non conosciuta di Meta resta al di sopra del nastro stradale, del corso Italia. Sono le antiche strade di accesso alla Penisola Sorrentina: Montechiaro, Casini, Alberi, Camaldoli ed Arola. Il WWF ne ha studiato il percorso e l'ha inserito tra le otto escursioni della Penisola Sorrentina.
Cinque le tappe più salienti di questo percorso della durata di quattro ore Montechiaro ne è la prima. Ci si affaccia qui sul primo dei numerosi balconi naturali di rara bellezza. Note le produzioni del "vino del sabato", dell'olio e degli attrezzi agricoli. Il monte Sant'Angelo, localmente chiamato dei "Casini", è il rilievo dominante tra queste alture. Gli ulivi lasciano il passo agli arbusti della macchia mediterranea. Non rara, la vista di uccelli migratori, di rapaci e di volpi. L'itinerario dai continui saliscendi si snoda, costeggiando dei campi coltivati. Attraversa un castagneto. Volge in discesa. Di fronte ora è visibile Vico Equense con il cono del Vesuvio sullo sfondo. Imboccata via Petrignano, in venti minuti si giunge ad Alberi. In passato, questa frazione di Meta ospitò una delle prime scuole nautiche della Penisola Sorrentina. Lateralmente al campanile della chiesa parrocchiale si prosegue in salita per via Camaldoli. La collina di Camaldoli conserva nel nome la memoria di un antico eremo dei Monaci Camaldolesi. Vi si accede attraverso una vecchia fortificazione che svela all'interno un'ampia spianata, con dei lecci secolari. Dalla terrazza si può godere di un fantastico panorama che va dal golfo di Napoli al mare di Salerno. Un mondo ricco di viti, ulivi e agrumi, di scintillii della luce sul mare immobile, di balsami della macchia mediterranea che il maestrale diffonde sul mare, di ore dolci del tramonto estivo, di ombre che scendono da muri, chiese e palazzi antichi, di volti segnati dalla fatica e dagli anni.
In basso è possibile osservare tutti i Casali di Meta, Piano, Sant'Agnello fino a Sorrento. Si può notare come lungo il corso Italia sorgono palazzi moderni accanto a quelli dei centri storici. Questa importante arteria viaria della Penisola si aprì intorno al 1840 al traffico veicolare. Sino ad allora la sola possibilità di accesso terrestre alla Penisola era costituita dalla strada di Alberi e dalle due discese di Arola in corrispondenza del rione Casa Starita e il vallone Lavinola.
All'uscita dall'eremo dei Camaldoli, l'itinerario prosegue a destra per un sentiero che conduce sulla via Raffaele Bosco. La strada proveniente da Seiano porta in leggera salita al centro di Arola. Da qui lateralmente alla chiesa, s'imbocca una strada in cemento per scendere nel vallone di Lavinola. Il vallone Lavinola, inciso nei millenni dalle acque nel tenero banco di tufo, costituisce uno dei più salienti fenomeni naturalistici.
Trarivi costituisce l'ultima tappa di questa escursione. L'area prevalentemente agricola, con il suo labirinto di stradine ombreggiate sorge lungo il rivo Lavinola e si concentra in buona parte, attorno ad una torre antica, coeva a quella di Punta Scutolo, del Trivio e di via Casa Iaccarino. Ad esse vengono attribuite da alcuni autorevoli studiosi funzioni di avvistamento e di presidio contro incursioni saracene dal mare o dalle colline circostanti.